DanielaCorrente.it : VI edizione: Dal 15 al 16 dicembre 2018 ritorna il Festival della Biodiversità. Ad ospitarci sara' FICO, Bologna. Due giorni alla scoperta delle eccellenze del nostro paese in materia di biodiversità ...
La manifestazione è un punto di incontro e di confronto per operatori, studiosi e istituzioni che hanno come obiettivo la ricerca e la salvaguardia delle essenze antiche e dimenticate, l'educazione all'ambiente ed il rinnovamento del patrimonio vegetale, con particolare attenzione alle peculiarità territoriali locali, promuovere il diritto all'informazione e alla partecipazione dei giovani, promuovere la formazione e la messa in rete di collaboratori e associazioni del terzo settore .
Importante :per partecipare occorre inviare entro il 15 novembre una mail a chicchibio.eventi@gmail.com contenente la scheda tecnica dei prodotti che si vuole esporre/vendere che sarà valutata
sabato 12 maggio 2018
sabato 12 novembre 2016
martedì 29 marzo 2016
flordart l'arte di creare natura
Con il patrocinio del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna,
28 e 29 maggio 2016
in vicolo Bolognetti 2, Quartiere San Vitale - Bologna
Flordart - l'arte di creare natura
mostra- mercato dedicata ai produttori di piante rare e specie ricercate anche antiche, vitigni autoctoni e produttori di vino naturale.
in collaborazione con YouNet :
Durante la due giorni si alterneranno presentazioni di libri, degustazioni* e anche concerti*:
PROGRAMMA
SU RICHIESTA
Chicchibio Wine&Design tour
Un percorso tra cultura, design ed enogastronomia alla scoperta delle eccellenze di Bologna. Al termine degustazione di vini in Vicolo Bolognetti.
Quota di partecipazione per persona: € 35,00 – valida per minimo 6 persone
Prenotazione obbligatoria - contattare: Bologna Welcome – tel. 0516583111 –
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Nell' ambito della manifestazione Flordart in Sala Silentium verranno realizzati gli eventi culturali, a cura della enogastroprofumiera Daniela Corrente, un luogo di dibattiti e d idee in cui i protagonisti del mondo orticolo, vivaistico, viticultori naturali , esperti di food si sfidano sui temi più curiosi legati al mondo contemporaneo e anticipando tendenze future.
ore 11.00 La CARTA D 'INTENTI DEL VINO NATURALE ITALIANO tavola rotonda con Flavio Cantelli e Giovanni Batacchi
SABATO 28 MAGGIO
ore 16.30 - Il Dott. Sergio Guidi terrà una conferenza da titolo "La rete dei frutteti della biodiversità in Emilia-Romagna" , unico esempio in Italia.
ore 18.30 Sesso , droghe e macaron del Roberta Deiana, presentazione del libro.
DOMENICA 29 MAGGIO 2016ore 16.30 - Il Dott. Sergio Guidi terrà una conferenza da titolo "La rete dei frutteti della biodiversità in Emilia-Romagna" , unico esempio in Italia.
ore 18.30 Sesso , droghe e macaron del Roberta Deiana, presentazione del libro.
ore 11.00 La CARTA D 'INTENTI DEL VINO NATURALE ITALIANO tavola rotonda con Flavio Cantelli e Giovanni Batacchi
ore 15.30 - I bei luoghi dell'Italia nascosta di Claudio Venturelli, edizione Historica
emozionalmente ispirato al film di Matteo Garrone Il racconto dei racconti
ore 16.30 Presentazione del libro "Come ti cucino un'emozione" di Elisabetta Boninsegna., edito da Historica
ore 18.00 - 00 Concerto Synusonde*
il progetto di piano ed elettronica dei maestri Paolo Bragaglia e Matteo Ramon Arevalos
il progetto di piano ed elettronica dei maestri Paolo Bragaglia e Matteo Ramon Arevalos
la manifestazione verrà ripetuta il 30 settembre 1,2 ottobre ad Alcatraz in Umbria.
*prenotazione obbligatoria
lunedì 18 gennaio 2016
sulla xilella
L’inchiesta di Presa Diretta su xylella, trasmessa nella sera di domenica 17 gennaio, aveva generato molto rumore già prima di andare in onda: gli schieramenti contrapposti, ovvero coloro che pensano che gli abbattimenti degli ulivi per fermare xylella siano inutili a prescindere contro chi pensa che siano al momento l’unica carta che abbiamo in mano, in attesa di avere più risposte dalla scienza, avevano già cominciato ad affilare le armi sui social network da diversi giorni. Molto rumore per nulla. L’inchiesta diPresa Diretta si è rivelata in realtà un pezzo di giornalismo tiepidoe piuttosto di parte.
L’apertura con le lacrime della signora Pezzuto, a cui hanno abbattuto degli olivi lo scorso aprile, rientra nello schema a cui ci ha abituato un certo giornalismo che punta verso l’emotività del pubblico, piuttosto che verso la valutazione dei fatti. “Secondo lei un albero di 3-400 anni può valere 150 euro?”, chiede la signora tra le lacrime a Peppe Laganà. Non è chiaro se un indennizzo superiore avrebbe compensato meglio l’età dell’albero e prevenuto l’emozione.
Il servizio in apertura ci da altre due informazioni: che la Puglia è la regione con più ulivi al mondo (60 milioni, di cui 11 milioni nel Salento) e che, per via del batterio Xylella, il piano di emergenza del commissario straordinario Giuseppe Silletti pianificava di abbattere 3.103 alberi di olivo. Non ci viene detto che questo ammonta allo 0,03% degli olivi salentini, una goccia in una monocoltura di dimensioni oceaniche. Certo, non è un bello spettacolo vedere un campo dove decine o centinaia di alberi sono da poco stati tagliati. Ma, visti i rischi posti da xylella e da tutti gli altri patogeni dell’olivo che infestano il territorio, differenziare e spezzare il regime di monocoltura e abbandono potrebbe essere un’idea da prendere al volo, specie se ci fossero fondi per promuovere la diversificazione e la biodiversità.
Dai media ( Presa diretta) ci viene invece mostrata una croce dove prima c’era un olivo, e larabbia degli agricoltori che, nonostante i loro alberi siano risultati infetti al test per xylella, insistono che non ci sono evidenze che questo batterio faccia seccare gli olivi. Dicono, però, che i loro alberi sono poco accuditi, non potati, compromessi da altrepatologie e sottoposti a stress ambientali. Poco di cui essere orgogliosi, a dire la verità, per gente che ama così tanto I propri alberi da vegliarli. Perché non accudirli meglio?
Quello che risulta poco chiaro dall’inchiesta, non evidenziato neanche dalle interviste a Silletti o ai ricercatori di Bari è che XXylella fastidiosa è un patogeno a largo spettro, attacca numerosi ospiti, non solo gli olivi. Fermarlo, oltre che un dovere legale, perché è un microrganismo da quarantena, è necessario anche per proteggere eventuali altre colture come mandorli e ciliegi.
Si tratta dell’applicazione di un principio di precauzione, lo stesso che ci fa diffidare degli ogm, o che ci impone di vaccinarci anche per malattie oggi rare come la poliomielite. Certo, non c’è nulla che garantisca il blocco dell’espansione dell’areale del patogeno, come sottolinea il professor Boscia, come non c’è garanzia che un chemioterapico funzionerà, ma rallentare la diffusione in attesa di trovare un rimedio, o di imparare a convivere con una ennesima malattia dell’olivo, e neanche la peggiore, è tutto quello che al momento avremmo potuto fare, e che si fa per altre specie alloctone che invadono un nuovo territorio. Ma Boscia dice anche una cosa importante, che probabilmente pochi hanno notato: ci sono varietà resistenti, come il Leccino, e tutta una serie di altre colture. Forse una convivenza, tutto sommato, è possibile, se si spezza il regime di monocoltura che facilita il contagio.
Ma l’ordinanza di sequestro da parte della Procura di Lecce ha cambiato improvvisamente lo scenario, bloccando i tagli. Nell’ordinanza pero’ c’è dell’altro, ci sarebbero nuove evidenze scientifiche, secondo cui, come ribadisce il procuratore Cataldo Motta nell’inchiesta di Presa Diretta, il batterio è presente da molto tempo, tanto da mutare, e ci sarebbero indizi di ben nove ceppi, tutti frutto di mutazioni locali.
Un tasso di mutazione degno di Chernobyl, calcolando una generazione al giorno del batterio, per tutto l’anno, anche nei periodi invernali. Se la magistratura ha in mano evidenze scientifiche in tal senso, altre voci autorevoli chiedono che siano messe a disposizione della comunità scientifica. E magari anche della Comunità europea, che Motta ritiene sia stata tratta in errore: “I dati in possesso dell’Europa non sono quelli che noi abbiamo riavato coi consulenti”. Nello stesso tempo, secondo Motta gli scienziati indagati dalla procura avrebbero “mancato di umiltà, non c’è stato confronto di idee o sul piano scientifico”. Speriamo che prima o poi questo confronto scientifico inizi, e che parta dalla Procura.
Quel che è certo è che non ci sono cure per xylella: nonostante siano in corso sperimentazioni, e che la comunità europea stia stanziando fondi, purtroppo non c’è per ora nulla da offrire agli olivicoltori. Tutto quello che si può fare è ridurre lo stress ambientale cercando di rendere il suolo più ricco di sostanza organica (al momento il Salento è in condizioni quasi desertiche, dal punto di vista della fertilita). Pochi del resto sanno che nel piano detto “Silletti bis” erano sconsigliati gli erbicidi perché non garantiscono l’uccisione delle forme giovanili del vettore, la cicalina, mentre sono altamente consigliate arature ed erpicature, che fanno anche bene al suolo. Peccato non averlo lasciato dire a Silletti stesso nel corso dell’intervista, di solito accusato di voler promuovere l’uso di fitofarmaci.
La seconda, più breve, parte dell’inchiesta è dedicata alla difesa degli scienziati, come in un processo. Giampaolo Accotto, direttore dell’Istituto per la produzione sostenibile del Cnr, sottolinea che il blocco dei tagli da parte della procura di Lecce ha fatto un favore a xylella, come il nuovo, probabile focolaio di Avetrana, in provincia di Taranto, sembrerebbe dimostrare. È possibile, dice anche Accatto, che xylella non sia l’unica causa del disseccamento degli olivi, così come non si muore direttamente di Aids ma di infezioni secondarie. Ricorda, inoltre, che le decisioni per la gestione di xylella sono politiche, e che quella di tagliare non è stata unadecisione degli scienziati.
Ma la comunità scientifica deve sapere. In chiusura, Riccardo Iacona ricorda l’appello di chi, come Wired, sta cercando di portare avanti chiarezza sulla vicenda xylella. Si tratta della lettera aperta del direttore de Le Scienze Marco Cattaneo e di Beatrice Mautino, co-autrice di Contro Natura, che chiedono che sia reso pubblico ilcontenuto scientifico delle indagini dei periti e che i ricercatori possano avere accesso alle piante infette sequestrate dalla magistratura, perché c’è in gioco l’olivicoltura del Mediterraneo. Una conclusione sicuramente sensata.
( tratto da Wired)
domenica 20 dicembre 2015
Modifica sul programma
Informiamo che, a causa di problemi di elettricità, l'evento di oggi 20 dicembre che doveva tenersi nel Quadriportico e' stato annullato.
Il festival prosegue regolarmente in Sala Silentium con le presentazione di libro e conferenze e nel Corridoio con l'esposizione di Roberto Pagnani.
Scusate il disguido.
Il festival prosegue regolarmente in Sala Silentium con le presentazione di libro e conferenze e nel Corridoio con l'esposizione di Roberto Pagnani.
Scusate il disguido.
festival della Biodiversita
venerdì 18 dicembre 2015
giovedì 17 dicembre 2015
che cos'e' la biodiversita
martedì 15 dicembre 2015
Azienda Agricola Lodi Rizzini: miele
"Sono Dennis Lodi Rizzini ho rilevato l'Azienda Agricola a vocazione viticola da mio padre Ermes, nel 1998.
Mio padre conduceva per hobby anche alcune famiglie di api; da qui io ho sviluppato la mia azienda che ora è prevalentemente apistica.
La presenza e l'esperienza di mio padre è significativa per la conduzione.
Ho degli apiari in Lunigiana per la produzione di miele di Castagno e Acacia, a Zocca per la produzione di Acacia, Castagno e Millefiori, a Novi di Modena, Carpi e Rio Saliceto per la produzione di Tiglio, Girasole, Millefiori e Pappa Reale."
Sara' presente al mercato biodiverso chicchibio il 19 e 20 dicembre con : miele, propoli, polline, pappa reale, mosto d'uva crudo e cotto, sughi d'uva, mele.
Agricola Lodi Rizzini
Indirizzo Via Don Minzoni, 11
Cap 41016, Novi di Modena
Telefono 348-2548849
Mail azagricolalodirizzini@hotmail.it
Mio padre conduceva per hobby anche alcune famiglie di api; da qui io ho sviluppato la mia azienda che ora è prevalentemente apistica.
La presenza e l'esperienza di mio padre è significativa per la conduzione.
Ho degli apiari in Lunigiana per la produzione di miele di Castagno e Acacia, a Zocca per la produzione di Acacia, Castagno e Millefiori, a Novi di Modena, Carpi e Rio Saliceto per la produzione di Tiglio, Girasole, Millefiori e Pappa Reale."
Sara' presente al mercato biodiverso chicchibio il 19 e 20 dicembre con : miele, propoli, polline, pappa reale, mosto d'uva crudo e cotto, sughi d'uva, mele.
Agricola Lodi Rizzini
Indirizzo Via Don Minzoni, 11
Cap 41016, Novi di Modena
Telefono 348-2548849
Mail azagricolalodirizzini@hotmail.it
19 e 20 dicembre 2015
vicolo bolognetti, 2 Bologna
Guida Eco-Bio Bologna
Durante il festival della biodiversità Chicchibio Antiche Piante potrai ritirare gratuitamente la
Guida ai negozi e locali Eco-Bio di Bologna
In città la guida può essere ritirata gratuitamente allo IAT di Piazza Maggiore o nei negozi aderenti:
Accademia Italiana Shiatsu Do – Alchemilla Bio – A Putìa – Bottega della Canapa – Cento3cento Veg – Centro Natura – ChimicaZero – Estravagario – Fram Bistrot – Harmonia Bio – Iaçaì Bellezza Bio – La Bioprofumeria – La Bottega di Silvia – La Curanderìa – L’Angolo del Biologico – Mondo di Eutèpia – Natura Sì Supermercati – Natura Sì Cucina Biologica – Nooi Eco&Bio – Nugareto – Spicchiricchi – Stefino Bio – Thymiama bioprofumeria – Tommesani – Zenzero Bistrot
Trova tutti gli indirizzi e scarica la guida da www.ecobio.bo.it
19 e 20 dicembre
vicolo bolognetti, 2 Bologna
lunedì 14 dicembre 2015
RIMASUGLI - BOLOGNA SBOCCIA SUI MURI presentazione libro
Una raccolta fotografica, nata dalla curiosità e dall'osservazione dei muri della Bologna dove Leonardo Vicari, giornalista, è nato e cresciuto. Prima una pagina su facebook, Rimasugli, poi un libro: i muri di una città sono pieni di scritte, di voci, di pareri, di punti di vista, di amori perduti, trovati, persi di nuovo, di vittorie, fallimenti, di denuncia e di speranza.
Se vengono ascoltati, i muri raccontano moltissimo.
Non è certo uno strumento per incentivare una pratica di scarso decoro urbano: è solo l'osservazione di un volto e l'ascolto di un'esigenza, è un canale comunicativo.
Perché ci colpisce quella scritta piuttosto che quell'altra? Perché mentre camminiamo sotto i portici ci cade l'occhio su quelle parole, e ci colpisce al cuore?
I muri di Bologna hanno una voce personale e collettiva, quello “sbocciare” universale, dove non conta chi scrive, conta chi legge, dove non conta l'intento, conta il risultato.
Dove l'impeto di una trasgressione di qualcuno può essere frutto di riflessione per qualcun altro.
Un libro di immagini suddivise in bolognesissime categorie, ad esempio Gnole, Polleggio, Pippe, Sfregole, Malippi, un modo di raccontare questa Bologna, mentre “sboccia”, imperterrita, anche sui muri.
Non è certo uno strumento per incentivare una pratica di scarso decoro urbano: è solo l'osservazione di un volto e l'ascolto di un'esigenza, è un canale comunicativo.
Perché ci colpisce quella scritta piuttosto che quell'altra? Perché mentre camminiamo sotto i portici ci cade l'occhio su quelle parole, e ci colpisce al cuore?
I muri di Bologna hanno una voce personale e collettiva, quello “sbocciare” universale, dove non conta chi scrive, conta chi legge, dove non conta l'intento, conta il risultato.
Dove l'impeto di una trasgressione di qualcuno può essere frutto di riflessione per qualcun altro.
Un libro di immagini suddivise in bolognesissime categorie, ad esempio Gnole, Polleggio, Pippe, Sfregole, Malippi, un modo di raccontare questa Bologna, mentre “sboccia”, imperterrita, anche sui muri.
Leonardo Vicari, 36 anni, giornalista, è nato a Bologna e già che c’era ne ha approfittato per viverci e viverla. Dall’ottobre 2011 ha il vizio di fotografare le storie raccontate, urlate, tatuate sulle pareti della città.
20 dicembre ore18.30
vicolo Bolognetti, 2 Bologna
domenica 13 dicembre 2015
Pane e Mulini Anna-Maria Guccini
“La lunghissima ed affascinante storia del mulino, universale collegamento ideale tra il I secolo a.C. e il terzo millennio, si sviluppa lungo i secoli, ci parla dell'ingegno umano, delle città e delle campagne, dell'economia e delle guerre, della vita di ogni giorno e della collaborazione tra uomini e animali. Una storia dove anche il più piccolo e isolato mulino sui rilievi dell'Appennino diventa simbolo e scrigno di una storia universalmente condivisa.”
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19 dicembre ore 17.00
vicolo Bolognetti, 2 Bologna #chapb15
venerdì 11 dicembre 2015
Storia di antiche varietà fruttifere: Il naturalismo nella pittura dei Carracci
domenica 20 dicembre
ore 11.00 - Storia di antiche varietà fruttifere:
Il naturalismo nella pittura dei Carracci
Claudio Buscaroli. del CRPV
( centro ricerca produzioni vegetali )
CRPV è una società cooperativa che promuove ricerca, sperimentazione e divulgazione nel comparto delle produzioni vegetali. Operando a diretto contatto con le maggiori realtà del settore agro-alimentare, riesce a calibrare i progetti, mettere a punto le innovazioni e sviluppare gli studi su misura delle esigenze degli operatori, in un’ottica di sicurezza alimentare e valorizzazione delle produzioni.
Esposizione pomologica
Degustazione di frutti antichi
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Negli ultimi tempi è andata maturando, nel Paese, la coscienza del valore della biodiversità, sia per arrestare, nei limiti del possibile, l’erosione genetica di molte specie vegetali e animali (con pregiudizio degli equilibri biologici dell’agroecosistema, già messo a dura prova dalle monocolture agricole e dalla stessa frutticoltura intensiva), sia per cercare di recuperare il lavoro identitario, territoriale, dato dalle antiche produzioni, specialmente frutti-viticole.
Questo fronte viene pubblicamente supportato già da un decennio dalle direttive europee, tradotte poi in normative nazionali, da cui sono derivati, fra l’altro, gli interventi legislativi regionali che hanno messo a disposizione fondi per gli stessi imprenditori agricoli che hanno mantenuto in essere in azienda o rimesso in coltura vecchie varietà, purché corrispondenti a taluni requisiti (per es. l’accertamento dello stato sanitario).
È richiesta l’esenzione da tre particolari virosi: PPV, PDV e PNRV, ma una recente normativa dell’EmiliaRomagna consente una deroga per le varietà di gemoplasma a rischio di estinzione.
L’istituzione poi dei mercati contadini, i cosiddetti “farmer market”, e conseguente incentivazione del consumo di prodotti agricoli locali, di antica tradizione, ha accentuato anche nei consumatori il desiderio di conoscere i sapori e i gusti del passato, a cominciare dalla frutta.
Recupero di vecchie varietà in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna è una delle Regioni che più ha cercato di muoversi in questa direzione, con alcuni interventi ed anche nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale non mancano indicazioni a favore della tutele della “biodiversità”, intesa anche nel senso di ripristino di antiche colture, i cui prodotti si possano discostare, anche molto, dagli standard qualitativi imposti dalle odierne tendenze del mercato.
L’istituzione poi dei mercati contadini, i cosiddetti “farmer market”, e conseguente incentivazione del consumo di prodotti agricoli locali, di antica tradizione, ha accentuato anche nei consumatori il desiderio di conoscere i sapori e i gusti del passato, a cominciare dalla frutta.
Recupero di vecchie varietà in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna è una delle Regioni che più ha cercato di muoversi in questa direzione, con alcuni interventi ed anche nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale non mancano indicazioni a favore della tutele della “biodiversità”, intesa anche nel senso di ripristino di antiche colture, i cui prodotti si possano discostare, anche molto, dagli standard qualitativi imposti dalle odierne tendenze del mercato.
La Regione Emilia-Romagna
iniziò qualche anno fa la costituzione exnovo di un “repertorio” delle vecchie varietà autoctone più significative, appartenenti alla tradizione colturale di un passato abbastanza recente. Poi ha riconosciuto una serie di strutture di conservazione, pubbliche e private, che detengono collezioni varietali exsitu delle varie specie (rari i casi della protezione di varietà in situ, ormai tutte scomparse): solo gli “amatori” hanno tentato di far sopravvivere alberi, qua e là, quale testimonianza del passato o per conservare, in famiglia, la memoria di un sapere storico.
Sapori e aromi dimenticati, tradizioni colturali e anche un po’ di nostalgia nei progetti di reintroduzione delle migliori varietà del germoplasma autoctono della peschicoltura romagnola. Tentativi lodevoli, spesso riusciti, per non disperdere valori culturali e alimentari e dare ai consumatori più attenti gusti indimenticabili.
BELLA DI CESENA
( da Frutticultura n.7/8 - 2015)
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Il recupero e caratterizzazione di antiche varietà di pero
nell'ambito di un progetto finanziato dal Psr 2007 - 2014 sono stati censiti numerosi genotipi autoctoni in vista di un rilancio produttivo e commerciale.
file:///C:/Users/daniela/Downloads/Recupero%20vecchie%20cv%20pero.1.pdf
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Alla riscoperta dei valori dei frutti dimenticati
La maggio parte dei frutti presenti in Emilia Romagna non sono autoctone ma coltivate da diversi millenni.
file:///C:/Users/daniela/Downloads/riscoperta%20frutti%20antichi.pdf
20 dicembre ore 11
mercoledì 9 dicembre 2015
Il Girovago, storie di culture biodiverse
Presentazione Il Girovago (Ed. Nuova S1) con Lorenzo Cimmino, responsabile e
curatore del progetto.
Durante l’incontro verranno illustrate le pubblicazioni
della collana e il blog ufficiale www.ilgirovago.com,
attraverso la proiezione di video, fumetti e fotografie. La mission del
Girovago è di esplorare il tema del viaggio, inteso come incontro, scambio e
condivisione, alla continua ricerca di nuovi punti di vista.
Il Girovago ha all'attivo quattro
pubblicazioni:
- Teatro in Viaggio - Lungo
la rotta dei migranti di Pietro Floridia,
- Il mio viaggio fino a te - Storie di migranti a Bologna a cura di
Expris Comics e Ass. Sopra I Ponti,
- Come
il Titanic - Diario a fumetti di un affondamento di Expris Comics e Femministe -
- Una storia di oggi di
Antonella Selva.
Inoltre sul blog, ogni settimana, si raccolgono racconti di
viaggio, attraverso fotografie, brevi testi e fumetti. Chiunque può contribuire:
il sito del Girovago è un contenitore aperto, la necessità è quella di cercare
nuove prospettive, di sfuggire ai luoghi comuni, grazie al confronto e allo
scambio con l'altro.
LINK UTILI
Teatro in Viaggio - Lungo la rotta dei migranti: /http://www.nuovas1.it/e-shop/catalogo/pietro-floridia-teatro-in-viaggio-lungo-la-rotta-dei-migranti/
Il mio viaggio fino a te - Storie di migranti a
Bologna:
http://www.nuovas1.it/e-shop/catalogo/il-mio-viaggio-fino-a-te-storie-di-migranti-a-bologna/
Come il Titanic - Diario a fumetti di un affondamento: http://www.nuovas1.it/e-shop/catalogo/expris-comics-come-il-titanic-diario-a-fumetti-di-un-affondamento/
Femministe - Una storia di oggi: http://www.nuovas1.it/it/prodotto/antonella-selva-femministe/
20 dicembre ore 16.00
vicolo bolognetti, 2
lunedì 7 dicembre 2015
biodiversità un problema mondiale
Nella seconda metà del secolo scorso la conservazione della biodiversità si era focalizzata principalmente sulla tutela delle singole specie minacciate.
Ma negli anni novanta, con il progresso delle conoscenze scientifiche, si sono potute capire un pò meglio le complesse interconnessioni tra i diversi esseri viventi ed il loro ambiente.
Con questa impostazione si è tenuto a Rio de Janeiro,
nel 1992 il summit mondiale su Ambiente e Sviluppo che ha introdotto una pietra miliare,
la Convenzione sulla Diversità Biologica,
meglio nota come Convenzione di Rio.
Dopo Rio è stata convocata una lunga serie di summit, conferenze, vertici internazionali e si è ammassata una quantità di
disposizioni normative, dichiarazioni, protocolli, raccomandazioni, appelli, programmi, campagne, non ultima quella di questi giorni a Parigi.
Anche se il loro successo operativo in molti casi è dubbio,
tutto questo fermento ha contribuito a far crescere nell'opinione pubblica
la consapevolezza della gravità dei problemi,
a imprimere nuovo impulso alla ricerca
e a promuovere la messa a punto
di soluzioni tecnologiche alternative.
Qualche risposta concreta nel nostro continente si fa lentamente strada,
ad esempio con la costituzione della
rete europea biodiversità
" NATURA 2000"
sabato 5 dicembre 2015
Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici
sara' presente sabato 19 dicembre alle
ore 17.00 - Dal grano al pane, l’affascinante percorso di un granello di frumento che non muore mai !
Gabriele Setti , presidente dell’Associazione Italiana Amici Dei Mulini Storici e Rosanna Pasi referente regionale AIAMS e presidente associazione Mulino Scodellino
... dal granello di grano citato nei Vangeli che se cadendo a terra non muore non porterà frutto, alla forma del pane "quotidiano" andando a definire come, nelle varie fasi di trasformazione subite dal granello, non venga mai a meno la sua capacità di rigenerarsi a vita nuova.
Il mulino, nella sua costruzione e nomenclatura si rifà agli apparati sessuale uomo – donna e a quest’ultima compete quella straordinaria capacità di rendere ancora vivo sotto forma di lieviti quel granello di grano che trasformato in farina potrà, con le abili mani dell’uomo, trasformarsi in pane.
si è costituita nel 2011 ed è la prima organizzazione di questo tipo a livello nazionale.
È una Associazione culturale senza fini di lucro ed ha per scopo la valorizzazione degli antichi mulini italiani,
incoraggiando e sostenendo conferenze, seminari, mostre, pubblicazione di testi, saggi e articoli.
Intende riunire studiosi ed amici della cultura molitoria e quanti vogliono dare il loro apporto a questa causa e collaborare al censimento e catalogazione dei mulini esistenti.
Si propone infine di incentivare la creazione di cantieri di restauro, ristrutturazione e mantenimento dei mulini; di incoraggiare la nascita di altre Associazioni locali o regionali e di creare collegamenti con quelle esistenti in altri paesi.
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